Da Trattamenti e Finiture Settembre 2012

 

PAROLA DI GALVANICO   di Mario Palmisano

Galvanica tutta da scoprire

SOSPINTA  DALLA FORZA  DELLA  PASSIONE, UNA GALVANICA BERGAMASCA È RIUSCITA A SUPERARE CON SUCCESSO LE DIFFICOLTÀ INCONTRATE SUL PROPRIO CAMMINO RIPROPONENDOSI SUL MERCATO CON NUOVE SPECIALIZZAZIONI. UNA MENTALITÀ SEMPRE ORIENTATA AL CAMBIAMENTO E ALLA RICERCA Dl QUALCOS'ALTRO DA IMPARARE.

In un Paese come il nostro dove la spina dorsale dell'economia è costituita da piccole e medie imprese, fra cui molti artigiani, non è facile far passare il suggerimento di chi sostiene che per affrontare le sfide di un mercato sempre più globale sarà essenziale crescere, magari attraverso aggregazioni, collaborazioni o sinergie con altre realtà dello stesso comparto.

A rendere ancor più difficile tale prospettiva c'è poi quella caratteristica, dura a morire, tipica di noi italiani: l'individualismo, seppur abbinata ad altre, da tutti riconosciute, quali tenacia e creatività. Che sia il tempo di uscire dal proprio guscio e moltiplicare gli sforzi per creare efficaci relazioni tra imprese in modo aperto, trasparente e finalizzato è anche uno dei tanti messaggi da anni lanciati da Assogalvanica.

A crederci e a metterlo in pratica, nel suo piccolo, ci ha provato la TG. Oberti incontrata nella sede di Casazza, in provincia di Bergamo.

Prime le cerniere per mobili
«È un percorso che abbiamo iniziato nel 2007, incoraggiati ed aiutati dalla nostra associazione,
di cui sono un convinto sostenitore - racconta il contitolare, Luciano Oberti.
Piccolo può essere bello, ma anche restrittivo se poi ti impedisce di offrire al cliente una rosa di servizi più ampia capace di farti distinguere dalla concorrenza. E così, collaborando con un paio di aziende specializzate in trattamenti su articoli complementari a quelli da noi rivestiti, quindi senza pestarci i piedi l'uno con l'altro, abbiamo concretizzato l'antico detto l'unione fa la forza».

Nel mondo della galvanica da oltre quarant'anni nell'officina bergamasca si esegue ramatura alcalina e acida, nichelatura, ottonatura, bronzo bianco e oro a rotobarile.
Fra questi trattamenti la parte del leone la fanno ramatura e nichelatura che insieme costituiscono il 90% della produzione. Le finiture principali necessitano di una ramatura ai cianuri; essa, infatti, permette una velocità di elettrodeposizione più elevata conferendo particolari caratteristiche di lucentezza che aiutano il successivo trattamento di nichelatura. Tale procedura è di fondamentale importanza su alcuni particolari per ottenere la cromia costante ed uniforme richiesta dai clienti. Molteplici sono gli articoli che entrano nei buratti: si va da quello di punta, cioè le cerniere per mobili, alla viteria e bulloneria, gadget, portachiavi, bottoni, fibbie, raccordi per idrosanitari, componenti elettrici e per l'automotive ecc.

«Oggi i nostri trattamenti sono soprattutto protettivi e rivolti al settore tecnico – informa Luciano Oberti - ma fino al 1998- 99 buona parte dell'attività era assorbita da quello decorativo. In seguito poi abbiamo registrato un forte calo della domanda dovuto alla globalizzazione, alla presenza sul mercato di prodotti cinesi e dell'Est Europa e ad una più nutrita concorrenza interna.
Quello dei preziosi e della bigiotteria, comunque, è un comparto che vorremmo ampliare disponendo sempre di un piccolo impianto per il nichel anallergico seguito dalla doratura. A tal proposito con alcuni fornitori stiamo studiando un processo di ramatura alcalina esente da cianuri da dedicare proprio a questo tipo di produzione con impianti a rotobarile. Purtroppo nella prima fase sono emersi problemi economici e di sensibilità agli inquinanti presenti nei particolari da trattare che ne hanno frenato lo sviluppo».

 Si vince con la passione

Il nostro interlocutore ci tiene a sottolinearlo: lui, insieme al cugino Michele e allo zio Mario, oltre a dirigere la società, opera direttamente sul campo seguendo tutte le fasi di lavorazione: dai bagni, alla depurazione, fino alla spedizione. «La forza della T.G. Oberti è la passione con cui ognuno di noi, maestranze comprese, svolge il ruolo assegnato, sapendo che ogni giorno c'è sempre qualcosa di nuovo da scoprire e imparare. Del resto senza di essa non sarebbe possibile occuparsi di galvanica, che io considero una vera e propria arte tramandata di generazione in generazione». E per dare maggiore enfasi a quanto sostiene ci fornisce una definizione del suo mestiere (rubata ad un collega) che, fra le tante finora ascoltate, è senza dubbio la più curiosa ed originale: "il galvanico è colui che nelle vene ha qualche traccia di sangue nell'acido!".

Ciò detto egli non nasconde anche le tante difficoltà che possono minare tale entusiasmo, come per esempio quella di riuscire a soddisfare una clientela sempre più esigente in fatto di qualità, servizio, tempistiche e prezzo, fattori importantissimi che però non è facile riscontrare anche nei fornitori.
«Un ostacolo forse ancora più ostico da superare - aggiunge Luciano Oberti - è la sempre più complessa normativa, sia nel campo della sicurezza sul lavoro che in quello ambientale. Relativamente a quest'ultimo abbiamo investito in un impianto di depurazione davvero all'avanguardia che garantisce un'elevata qualità dell'acqua in uscita rendendo più verde e sostenibile l'attività svolta. E questa esperienza ci è stata molto utile per capire quanto sia giusta la massima riportata spesso in Assogalvanica dal titolare di una nota società del settore, Lorenzo Dalla Torre: "Un buon fornitore ti fa tenere cento clienti".

Fortunatamente, dato che il volume delle vasche di lavorazione è inferiore ai 30 metri cubi, non siamo assoggettati alla IPPC e, mantenendo bassi alcuni parametri dei bagni di lavorazione, neanche alla Seveso; questo è senza dubbio un vantaggio, evitandoci fastidiose incombenze burocratiche nonché ulteriori spese, che risulterebbero ancor più pesanti per un'azienda piccola come la nostra in periodi poco allegri tipo quello attuale; dopo un 2011 positivo, quest'anno, infatti, a parte gli incoraggianti mesi iniziali, ha un po' tradito le aspettative».

Materiali: i danni della speculazione
C'è un fenomeno nel settore che proprio non va giù al nostro interlocutore ed è quello dei costi fortemente altalenanti delle materie prime provocati da speculazioni internazionali di carattere finanziario, con forti ripercussioni sulla sopravvivenza delle galvaniche:
«Dal 2006 in poi ci siamo scontrati con quotazioni impazzite delle nostre principali materie prime, cioè rame e nichel (quest'ultimo in poco tempo passato da 12 a 42 Euro al chilo) il che ha creato seri problemi con i clienti non sempre disposti a riconoscere aumenti in corso d'anno e così spropositati. Per evitare spiacevoli attriti ora tendiamo a concordare con essi un prezzo per un periodo prestabilito basandoci sulle quotazioni fornite al momento dal London Metal Exchange».

Luciano Oberti si rammarica inoltre della diffidenza che la gente e le autorità locali continuano a riservare alle lavorazioni galvaniche: «Purtroppo chi non ci conosce è ancora portato a pensare che l'attività svolta sia pericolosa per il territorio circostante, nonostante le nostre rassicurazioni in merito e gli inviti ad approfondire insieme la questione. E quando nell'amministrazione comunale cambia qualche testa si ricomincia con la solita trafila di controlli da parte dell'ASL».
E dal domani cosa si attende questa piccola e dinamica galvanica bergamasca dalla tecnologia e dal mercato? «Tecnologicamente gli impianti oggi a disposizione sono ai massimi livelli - assicura il contitolare - se sottoposti ad una manutenzione costante possiamo paragonarli quasi a dei muli. Qualcosa in più magari ce l'aspettiamo dai raddrizzatori di corrente, che poi sono l'anima dell'elettrodeposizione, per quanto riguarda il consumo energetico, anche se qualcosa di positivo in tal senso già si è fatto con quelli switching ad alta frequenza, in grado di ridurre i consumi del 30%.
Per quanto riguarda invece il mercato guardiamo avanti con fiducia, confidando in tempi migliori nei quali poter ampliare la rete di collaborazione con altre aziende. È una strada nella quale crediamo molto e che finora ha dato buoni frutti».

PARTITI CON LA BICICLETTA
Sono i fratelli Antonio e Florindo Oberti, nel 1969, ad avere l'idea di aprire in un piccolo comune bergamasco della Val Cavallina, nelle Alpi Orobiche, un'attività in proprio sfruttando la loro abilità di cromatori maturata in un'azienda della zona produttrice di biciclette. Nasce così la Cromoverniciatura Orobica, specializzata in nichelatura e cromatura di forcelle e telai per le due ruote (fra i suoi clienti nomi prestigiosi come Campagnolo, Bianchi, Colnago), ma anche di componenti per la nautica (oblò, poggiaremi ecc). In questa galvanica, nella quale entra poi anchel'altro fratello dei fondatori, Mario, tutto procede per il meglio fino a quando non si affaccia sul mercato la verniciatura alla nitro offuscando sempre più la cromatura. L'affiatato trio ne prende atto, ma non si perde d'animo e nel 1990 decide di ricominciare daccapo. In officina viene installato un impianto automatico a rotobarile con cui si effettua la ramatura, nichelatura, ottonatura e doratura su minuterie metalliche in ferro, zama e ottone. A questi trattamenti si aggiunge successivamente il bronzo bianco per sostituire il nichel su particolari come bottoni e fibbie che a contatto con la pelle possono causare allergie. Dato che ormai la cromatura appartiene al passato i titolari, nel 1992, danno alla loro ditta una nuova ragione sociale: TG. Oberti. La sua produzione oggi è indirizzata ad una ventina di clienti operanti nei comparti dell'arredamento (80%), idrosanitaria, meccanica, accessoristica, preziosi e bijoux. Per soddisfare pienamente le loro esigenze sei dipendenti, guidati dagli attuali soci, operano su tre turni.

CLIENTE ESIGENTE PER IL BENE DELL'AMBIENTE
Nell'ottica di una sostenibilità a 360°, vista cioè nella sua accezione più ampia, ambientale, economica e  sociale, nel mondo industriale si sta diffondendo un nuovo atteggiamento da parte delle aziende: proporsi come artefici di uno sviluppo qualitativo attraverso un approccio orientato alla creazione di valore nell'interesse dell'impresa e di tutti i suoi collaboratori, dell'ecosistema e della collettività. In pratica ciò significa, non solo seguire con scrupolo quanto si fa in casa propria rispettando i diritti dei lavoratori, sprecando meno energia possibile e orientandosi sull'uso dei materiali non pericolosi per l'ambiente e con un alto tasso di riciclabilità, ma verificando che un atteggiamento altrettanto virtuosolo abbiano anche i propri fornitori e deliminando quelli refrattari a tali comportamenti. Un esempio in tal senso viene dal maggior cliente della TG.Oberti, la lkea. Nota multinazionale fondata in Svezia, specializzata nella vendita di mobili, complementi d'arredo e altra oggettistica per la casa, la quale con visite periodiche nello stabilimento della ditta bergamasca si accerta che tutto quanto avviene nello stesso faccia realmente rima con sostenibilità. Se tutti facessero così per il nostro pianeta, e per chi ci abita, sarebbe davvero un bel vivere.